Regole standard delle Nazioni Unite

Introduzione

Le Regole Standard delle Nazioni Unite costituiscono il primo strumento legale internazionale per la tutela dei diritti delle persone con disabilità
Indicano le direttive di cambiamento sociale che dovrebbero permettere a tutti i cittadini, senza eccezione, di partecipare in maniera egualitaria alla vita della società. Sottolineano che la condizione di disabilità è una questione di diritti umani, che la violazione di questi diritti avviene in tutti i paesi del mondo, che queste violazioni si basano su pregiudizi vecchi che persistono nei sistemi amministrativi e giuridici di molti paesi.
Introducono il principio fondamentale della pari opportunità, in particolare:

  • accesso per tutti ai diversi ambiti sociali, come i servizi, le attività, l'informazione e documentazione;
  • parificazione di diritti e, conseguentemente, dei doveri;
  • non discriminazione nella comunità e nelle sue strutture (educative, sanitarie, sociali).


Piena e totale integrazione delle persone disabili in tutti i settori della società e ruolo preponderante dell'Organizzazione delle Nazioni Unite in materia

Preambolo

Coscienti dell'impegno assunto dagli Stati, ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, di agire, tanto congiuntamente che separatamente, in cooperazione con l'Organizzazione, per favorire l'elevazione dei livelli di vita, il pieno impiego e condizioni di progresso e di sviluppo nell'ordine economico e sociale,

Riaffermando il loro attaccamento alla causa dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, della giustizia sociale e della dignità, così come del valore della persona umana, proclamato nella Carta,

Ricordando in particolare le norme internazionali in materia di diritti dell'uomo enunciate nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, nel Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali e nel Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

Sottolineando che questi strumenti proclamano che i diritti che vi sono riconosciuti devono essere garantiti a tutti senza discriminazioni,

Ricordando anche le disposizioni della Convenzione relativa ai diritti del fanciu110, che vieta la discriminazione fondata sulla disabilità ed esige che misure speciali siano adottate per garantire i diritti dei fanciulli disabili, così come le disposizioni della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori membri della loro famiglia, che prevedono talune misure di protezione contro la disabilità,

Ricordando inoltre le disposizioni della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne che garantiscono i diritti delle ragazze e delle donne affette da disabilità,

Considerando la Dichiarazione dei diritti delle persone disabili, la Dichiarazione dei diritti del deficiente mentale, la Dichiarazione sul progresso e lo sviluppo nel campo sociale, i Principi per la protezione delle persone colpite da malattia mentale e per il miglioramento delle cure sanitarie mentali ed altri strumenti pertinenti adottati dall'Assemblea generale,

Considerando ugualmente le convenzioni e raccomandazioni pertinenti adottate dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, concernenti in particolare la partecipazione dei disabili al lavoro, senza discriminazione,

Avendo riguardo alle raccomandazioni ed ai lavori pertinenti dell'UNESCO, in particolare la Dichiarazione mondiale sull'istruzione per tutti, dell'Organizzazione mondiale della sanità, del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia e delle altre organizzazioni interessate,

Tenendo conto dell'impegno assunto dagli Stati relativamente alla protezione dell'ambiente,

Coscienti della devastazione che provocano i conflitti armati e deplorando che le scarse risorse disponibili vadano in parte alla fabbricazione di armamenti,

Considerando che il Programma mondiale d'azione concernente le persone disabili e la definizione che esso dà della parità di opportunità esprimono la sincera volontà della comunità internazionale di dare a questi diversi strumenti e raccomandazioni internazionali un valore pratico e concreto,

Constatando che l'obiettivo del Decennio delle Nazioni Unite per le persone disabili 1983-92, consistendo nel mettere in opera il Programma mondiale d'azione, resta attuale e richiede misure urgenti e di ampio respiro,

Ricordando che il Piano mondiale d'azione riposa su principi che sono validi tanto nei paesi in via di sviluppo che nei paesi industrializzati,

Convinti che sforzi ripetuti sono necessari per assicurare ai disabili l'esercizio dei loro diritti fondamentali e la loro partecipazione piena e completa alle attività della società nell'eguaglianza,

Sottolineando nuovamente che i disabili, i loro padri e madri, i Doro tutori, i loro difensori e gli organismi che li rappresentano devono partecipare attivamente con gli Stati alla pianificazione ed alla messa in opera di tutte le misure aventi incidenza sui loro diritti civili, politici, economici, sociali e culturali,

In applicazione della risoluzione 1990/26 del Consiglio economico e sociale in data 24 maggio 1990, e fondandosi sull'enumerazione dettagliata che il Programma mondiale d'azione dà delle misure precise da adottare affinché i disabili pervengano all'eguaglianza con gli altri,

Gli Stati Membri hanno adottato le Regole per la parità di opportunità dei disabili definite qui di seguito, al fine di:

  1. Sottolineare che ogni azione condotta nel campo della disabilità esige una conoscenza ed un'esperienza sufficienti della situazione e dei bisogni particolari dei disabili;
  2. riaffermare che mettere ciascuno degli aspetti dell'organizzazione della società alla portata di tutti rientra fra i principali obiettivi dello sviluppo socioeconomico;
  3. individuare gli aspetti essenziali delle politiche sociali nel campo della disabilità ivi compreso, all'occorrenza, l'incoraggiamento attivo alla cooperazione tecnica ed economica;
  4. formare modelli per l'adozione delle decisioni necessarie per la parità di opportunità, tenuto conto delle considerevoli differenze di livello esistenti sul piano tecnico ed economico, del fatto che il processo deve riflettere una conoscenza approfondita del contesto culturale nel quale si svolge, e del ruolo essenziale spettante ai disabili stessi;
  5. proporre meccanismi nazionali in vista di una collaborazione stretta tra i governi, gli organi del sistema delle Nazioni Unite, degli altri organi intergovernativi e gli organismi dei disabili;
  6. proporre un meccanismo che permetta di seguire da vicino il processo attraverso il quale gli Stati cercano di concretizzare la parità di opportunità per i disabili.

1. Accrescimento della consapevolezza

Gli Stati dovrebbero intraprendere un'azione per accrescere nella società la consapevolezza riguardo alle persone con disabilità, i loro diritti, i loro bisogni, il loro potenziale e il loro contributo.

  1. Gli Stati dovrebbero garantire che le autorità responsabili distribuiscano informazioni aggiornate sui programmi e i servizi a disposizione per le persone disabili, le loro famiglie, i professionisti del campo e il pubblico generico. Le informazioni alle persone disabili andrebbero fornite in forma accessibile.
  2. Gli Stati dovrebbero lanciare e sostenere campagne di informazione riguardanti le persone con disabilità e le problematiche relative alla disabilità, trasmettendo il messaggio che le persone con disabilità sono cittadini con gli stessi diritti e doveri degli altri, giustificando in tal modo i provvedimenti necessari per rimuovere tutti gli ostacoli alla piena partecipazione.
  3. Gli Stati dovrebbero incoraggiare i mass media a dare un'immagine positiva alle persone con disabilità; le  organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero essere consultate su questo argomento.
  4. Gli Stati dovrebbero garantire che i programmi per l'istruzione pubblica riflettano in ogni loro aspetto il principio della piena partecipazione e dell'uguaglianza.
  5. Gli Stati dovrebbero invitare le persone con disabilità e le loro famiglie e organizzazioni a partecipare alla stesura dei programmi per l'istruzione pubblica riguardo alle questioni sulla disabilità.
  6. Gli Stati dovrebbero incoraggiare le imprese private a includere le problematiche connesse alla disabilità in tutti gli aspetti della loro attività.
  7. Gli Stati dovrebbero lanciare e promuovere programmi per innalzare il livello di consapevolezza delle persone con disabilità per quanto riguarda i loro diritti e il loro potenziale. Un'accresciuta fiducia in se stessi e un aumento di capacità di azione aiuterà le persone con disabilità a usufruire delle opportunità a loro disposizione.
  8. L'accrescimento della consapevolezza dovrebbe essere una parte importante dell'educazione dei bambini con disabilità e dei programmi di riabilitazione. Le persone con disabilità potrebbero anche sostenersi a vicenda nell'accrescimento della consapevolezza attraverso attività delle proprie organizzazioni.
  9. L'accrescimento della consapevolezza dovrebbe essere una parte dell'educazione di tutti i bambini e dovrebbe essere una materia dei corsi di formazione per insegnanti e dei corsi di tutti i professionisti.

2. Assistenza medica

Gli stati dovrebbero provvedere ad assicurare un'assistenza medica effettiva alle persone con disabilità.

  1. Gli stati dovrebbero lavorare all'effettuazione di programmi condotti da gruppi multidisciplinari di professionisti per la diagnosi precoce, la diagnosi e il trattamento dei danni. Ciò potrebbe prevenire, ridurre o eliminare gli effetti della disabilità. Questi programmi dovrebbero garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità e delle loro famiglie a livello individuale, e delle organizzazioni di persone con disabilità a livello della pianificazione e della analisi.
  2. I lavoratori delle comunità locali dovrebbero essere formati per poter dare il contributo in aree come la diagnosi precoce dei danni, il provvedimento dell'assistenza primaria e il ricorso ai servizi competenti.
  3. Gli stati dovrebbero garantire che le persone con disabilità, specialmente i neonati e i bambini, siano seguiti da un'eguale livello di assistenza medica e all'interno dello stesso sistema sanitario degli altri membri della società.
  4. Gli stati dovrebbero garantire che tutto il personale medico e paramedico sia adeguatamente formato ed equipaggiato per fornire assistenza medica alle persone con disabilità, e che esso abbia anche accesso a metodi di cura di un'importanza particolare e alle tecnologie.
  5. Gli stati dovrebbero garantire che il personale medico, paramedico e i collaboratori dello stesso settore siano adeguatamente formati così da non fornire un servizio inadeguato ai genitori diminuendo così le opportunità per i loro bambini.
  6. La formazione dovrebbe essere un processo continuo e dovrebbe essere basato sulle ultime informazioni disponibili.
  7. Gli stati devono garantire che le persone con disabilità ricevano ogni cura regolare e medicina di cui possono aver bisogno per mantenere stabile o migliorare la loro funzionalità.

3. Riabilitazione 

Gli stati devono garantire l'esistenza di servizi di riabilitazione alle persone con disabilità perché possano raggiungere e mantenere il loro livello ottimale di indipendenza e funzionalità.

  1. Gli stati dovrebbero sviluppare dei programmi nazionali di riabilitazione per tutti i gruppi di persone con disabilità. Tali programmi dovrebbero essere fondati sui reali bisogni individuali delle persone con disabilità e sul principio della piena partecipazione e di eguaglianza.
  2. Tali programmi dovrebbero includere un'ampia gamma di attività, come ad esempio una formazione per acquisire le abilità fondamentali per migliorare o compensare una funzione compromessa, riunioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, lo sviluppo della fiducia in se stessi, e un servizio occasionale di analisi e consulenza.
  3. Tutte le persone con disabilità, comprese le persone con disabilità gravi e/o multiple, che hanno bisogno della riabilitazione dovrebbero avervi accesso.
  4. Le persone con disabilità e le loro famiglie dovrebbero poter partecipare nell'ideazione e nella organizzazione dei servizi di riabilitazione che li riguardano.
  5. Tutti i servizi di riabilitazione dovrebbero essere disponibili nella comunità del luogo dove vive la persona con disabilità. Tuttavia, in alcuni casi, dove richiesto, per raggiungere dei particolari obiettivi formativi, potrebbero essere organizzati degli speciali corsi di riabilitazione a tempo determinato nelle abitazioni di residenza.
  6. Le persone con disabilità e le loro famiglie dovrebbero essere incoraggiate a partecipare alla riabilitazione, per esempio come insegnanti, istruttori, o consulenti.
  7. Gli stati dovrebbero attingere dall'esperienza delle organizzazioni di persone con disabilità quando ideano o valutano dei programmi di riabilitazione.

4. Servizi di sostegno

Gli stati dovrebbero garantire alle persone con disabilità lo sviluppo e il mantenimento di servizi di sostegno, compresi gli ausili, per assisterle nello sviluppo del loro livello di indipendenza nella loro vita quotidiana e nell'esercizio dei loro diritti.

  1. Gli stati dovrebbero assicurare la messa a disposizione di ausili e attrezzature per l'assistenza, l'assistenza personale e servizi di interpretariato, a seconda delle necessità delle persone con disabilità, come dei mezzi importanti per raggiungere le pari opportunità.
  2. Gli stati dovrebbero appoggiare lo sviluppo, la produzione, la distribuzione e la messa a disposizione di ausili e attrezzature di assistenza e la diffusione della conoscenza su questi.
  3. Per ottenere ciò, dovrebbe essere utilizzato un bagaglio di conoscenze tecniche generalmente disponibile. Negli stati dove è presente un'industria di alta tecnologia, bisognerebbe che fosse utilizzata pienamente per migliorare gli standard e l'efficacia degli ausili e delle attrezzature per l'assistenza. E' importante stimolare lo sviluppo e la produzione di strumenti semplici ed economici, utilizzando quando possibile i materiali locali e gli impianti dell'industria locale. Le persone con disabilità potrebbero essere esse stesse a partecipare alla produzione di questi ausili.
  4. Gli stati dovrebbero riconoscere che tutte le persone con disabilità che hanno bisogno di ausili dovrebbero avervi accesso in modo appropriato, e si fa qui riferimento anche all'accessibilità economica. Questo potrebbe significare che gli ausili vengano forniti gratuitamente o a un prezzo talmente basso che le persone con disabilità o le loro famiglie possano permettersi di acquistarli.
  5. Nei programmi di riabilitazione, per la messa a disposizione di ausili e attrezzature, gli stati dovrebbero tener conto delle speciali necessità delle ragazze e dei ragazzi con disabilità per quanto riguarda il disegno, la durata e l'adeguatezza all'età degli ausili e attrezzature stessi.
  6. Gli stati dovrebbero incoraggiare lo sviluppo e la messa a disposizione di programmi di assistenza personale e di servizi di interpretariato, specialmente per le persone con disabilità gravi e/o multiple. Questi programmi accrescerebbero il livello di partecipazione delle persone con disabilità alla vita di ogni giorno a casa, al lavoro, a scuola e durante le attività del tempo libero.
  7. I programmi di assistenza personale dovrebbero essere strutturati in modo tale che le persone con disabilità che seguono il programma abbiano un influenza decisiva sul modo in cui i programmi sono condotti.

5. Accessibilità

Gli Stati dovrebbero riconoscere l'importanza fondamentale dell'accessibilità per la parità di opportunità in tutte le sfere della vita sociale. Essi dovrebbero, nell'interesse dei disabili di ogni categoria,

a) stabilire programmi d'azione che mirino a rendere accessibile l'ambiente fisico e

b) prendere le misure del caso per assicurare l'accesso all'informazione e alla comunicazione.

a) Accesso all'ambiente fisico

  1. Gli Stati dovrebbero prendere le misure volute per rendere l'ambiente fisico più accessibile ai disabili. Essi dovrebbero in particolare fissare regole e direttive e considerare di adottare leggi che assicurino l'accessibilità di differenti componenti della vita collettiva, come alloggi, edifici, trasporti in comune e altri mezzi di trasporto, strade pubbliche e altri spazi esterni.
  2. Gli Stati dovrebbero fare in modo che gli architetti, gli ingegneri edili e i membri di altre categorie professionali che partecipano all'ideazione e alla disposizione dell'ambiente fisico possano informarsi delle politiche adottate in favore dei disabili e delle misure prese in vista di assicurare l'accessibilità.
  3. L'accessibilità dovrebbe essere prevista fin dal principio degli studi preliminari alla pianificazione dell'ambiente fisico.
  4. Le organizzazioni di disabili dovrebbero essere consultate al momento in cui si stabiliscono regole e norme di accessibilità. Esse dovrebbero anche poter intervenire sul piano locale al momento dell'ideazione di progetti di lavori pubblici, cosa che assicurerebbe un'accessibilità massimale. b) Accesso all'informazione e alla comunicazione
  5. I disabili e, all'occorrenza, le loro famiglie e i loro rappresentanti, dovrebbero in ogni momento avere accesso ad un'informazione completa sulla diagnosi che li concerne, sui loro diritti e sui servizi e i programmi disponibili. Questa informazione dovrebbe essere presentata sotto una forma accessibile agli interessati.
  6. Gli Stati dovrebbero elaborare strategie che permettano ai differenti gruppi di disabili di consultare i servizi di informazione e la documentazione. Le pubblicazioni in braille, i libri registrati su cassette o stampati in grossi caratteri e altre tecniche appropriate dovrebbero essere utilizzati per rendere l'informazione e la documentazione scritta accessibili ai non vedenti. Allo stesso tempo le tecniche del caso dovrebbero essere utilizzate per aprire alle persone che soffrono di disturbi dell'udito o di difficoltà di comprensione l'accesso all'informazione parlata.
  7. Bisognerebbe anche considerare di utilizzare il linguaggio dei segni nell'educazione dei bambini sordi, nell'ambito delle loro famiglie e delle loro comunità. Dovrebbero ugualmente essere organizzati servizi di interpretazione del linguaggio dei segni per facilitare la comunicazione con i non udenti.
  8. Bisognerebbe ugualmente prendere in considerazione i bisogni delle persone che soffrono di altre disabilità in materia di comunicazione.
  9. Gli Stati dovrebbero incitare i media, particolarmente la televisione, la radio e la stampa scritta, a rendere i loro servizi accessibili.
  10. Gli Stati dovrebbero vigilare affinché i nuovi sistemi di informazione e di servizi informatizzati offerti al pubblico siano accessibili ai disabili dal momento della loro installazione o siano adattati in seguito in modo che essi possano utilizzarli.
  11. Le organizzazioni di disabili dovrebbero essere consultate al momento dell'elaborazione di misure destinate a rendere i servizi di informazione accessibili. 

6. Istruzione

Gli stati dovrebbero riconoscere il principio che l'istruzione primaria, secondaria, e terziaria per i bambini, i giovani e gli adulti con disabilità deve essere egualmente accessibile. Dovrebbero garantire che l'istruzione di persone con disabilità faccia parte integrante del sistema di istruzione.

  1. Le autorità competenti per l'istruzione sono responsabili affinché l'istruzione delle persone disabili avvenga in ambienti integrati. L'istruzione per le persone con disabilità dovrebbe essere parte integrante del programma nazionale per l'istruzione, lo sviluppo del curriculum, e l'organizzazione scolastica.
  2. L'educazione nelle scuole normali presuppone la messa a disposizione di un servizio di interpretariato e altri servizi di sostegno adeguati. Dovrebbero essere messi a disposizione adeguati servizi di accessibilità e sostegno ideati per venire incontro ai bisogni delle persone con disabilità di diverso tipo.
  3. I gruppi di genitori e le organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero essere coinvolti nella pianificazione dell'istruzione a tutti i livelli.
  4. Negli stati in cui l'istruzione è obbligatoria, questa dovrebbe essere garantita a tutte le ragazze e i ragazzi con ogni tipo e livello di disabilità, comprese quelle più gravi.
  5. Bisognerebbe porre un'attenzione particolare nelle seguenti aree:
    • bambini molto piccoli con disabilità;
    • bambini in età prescolare con disabilità;
    • adulti con disabilità, specialmente le donne
  6. Per fornire gli strumenti per l'istruzione necessari alle persone con disabilità nella società, gli stati dovrebbero:
    • a) possedere un programma chiaramente definito, compreso e accettato a livello scolastico e da una più estesa comunità;
    • b) consentire una flessibilità del curriculum, con possibilità di aggiunte e adattamenti;
    • c) mettere a disposizione materiali di qualità, una formazione permanente degli insegnanti e insegnanti di sostegno.
  7. L'educazione integrata e i programmi basati sulle comunità dovrebbero essere considerati come approcci complementari per fornire un'istruzione conveniente da un punto di vista economico e corsi di formazione per persone con disabilità. I programmi nazionali a livello locale dovrebbero incoraggiare le comunità ad usare e sviluppare le proprie risorse per fornire l'istruzione alle persone con disabilità a livello locale.
  8. In situazioni in cui il comune sistema scolastico non corrisponde ancora ai bisogni delle persone con disabilità, può essere preso in considerazione un sistema di istruzioni di tipo particolare. Questo dovrebbe avere come scopo quello di preparare gli studenti all'inserimento nel comune sistema scolastico. La qualità di una tale istruzione dovrebbe raggiungere gli stessi standard e le stesse ambizioni dell'istruzione comune e dovrebbe esservi strettamente collegata. Come minimo, gli studenti con disabilità dovrebbero avere a disposizione la stessa porzione di risorse per l'istruzione degli studenti senza disabilità. Gli stati dovrebbero mirare alla graduale integrazione dei sistemi di istruzione di tipo particolare nella istruzione di tipo comune. Si conviene che in alcuni casi l'istruzione di tipo particolare può essere attualmente considerata, per alcuni studenti con disabilità, la più appropriata forma di istruzione.
  9. A causa delle necessità particolari delle persone non udenti o non udenti e cieche, la loro istruzione potrà essere più convenientemente fornita in scuole per questo tipo di persone, o in classi speciali nelle scuole di tipo corrente. Allo stadio iniziale, in particolare, bisogna focalizzare l'attenzione su un'istruzione incentrata su problematiche culturali delicate che si tradurrà in reali capacità comunicative e in una indipendenza massima per le persone che sono non udenti o non udenti e cieche.

7. Lavoro

Gli stati devono riconoscere il principio che le persone disabili devono essere messe in grado di esercitare i loro diritti umani, specialmente nel campo del lavoro. Tanto nelle aree rurali che in quelle cittadine devono avere le stesse opportunità di svolgere un impiego produttivo e remunerativo nel mercato del lavoro.

  1. Le leggi e i regolamenti sul lavoro non devono discriminare le persone con disabilità, e non devono creare ostacoli alla loro ricerca del lavoro.
  2. Gli stati devono sostenere attivamente l'integrazione delle persone con disabilità nel libero mercato del lavoro. Questo sostegno attivo può essere dato attraverso una varietà di strumenti, come corsi di formazione professionale progetti a tappe miranti alla creazione della motivazione nel lavoro, impieghi riservati o assegnati, prestiti o borse di studio per piccoli affari, contratti esclusivi o diritti di precedenza nella produzione, concessioni sulle tasse, condiscendenza contrattuale o altri tipi di assistenza tecnica o finanziaria per imprese che impiegano lavoratori con disabilità. Gli stati dovrebbero anche incoraggiare i datori di lavoro a fornire delle agevolazioni ragionevoli per favorire le persone con disabilità.
  3. I piani di azione degli stati dovrebbero comprendere:
    • misure per progettare e adattare gli ambienti e gli edifici di lavoro in modo tale che divengano accessibili a persone con diverse disabilità;
    • sostegno per l'uso di nuove tecnologie e lo sviluppo e la produzione di ausili, strumenti, attrezzature e mezzi per facilitare l'accesso a tali ausili da parte delle persone con disabilità, per metterli in grado di trovare e mantenere un impiego;
    • messa a disposizione di un training adeguato e di un posto di lavoro e di costanti aiuti quali l'assistenza personale e servizi di interpretariato.
  4. Gli stati dovrebbero iniziare ad appoggiare delle campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica col fine di superare attitudini negative e pregiudizi riguardo i lavoratori con disabilità.
  5. Nella loro qualità di datori di lavoro, gli stati dovrebbero creare delle condizioni favorevoli per l'impiego di persone con disabilità nel settore pubblico.
  6. Gli stati, le organizzazioni dei lavoratori e i datori di lavoro dovrebbero collaborare per garantire un reclutamento della forza lavoro e delle pratiche di promozione equi, e anche le condizioni di lavoro, gli stipendi e delle misure per la riabilitazione di impiegati che abbiano subito danni sul lavoro.
  7. Lo scopo dovrebbe sempre essere di fare ottenere un impiego alle persone con disabilità nel libero mercato del lavoro. Per le persone con disabilità, i cui bisogni non sono conciliabili con quelli del libero impiego, potrebbero fornire un'alternativa delle piccole unità di lavoro protetto o sostenuto. E' importante che la qualità di tali programmi sia valutata in base alla loro capacità di fornire opportunità alle persone con disabilità di trovare impiego nel mercato del lavoro.
  8. Bisognerebbe prendere delle misure per includere le persone con disabilità in programmi di formazione e di lavoro nel settore privato e non ufficiale.
  9. Gli stati, le organizzazioni dei lavoratori e gli impiegati dovrebbero cooperare con le organizzazioni delle persone con disabilità per trovare i mezzi per creare opportunità di formazione e di lavoro, compresi gli orari flessibili, il lavoro part-time, la divisione del lavoro, il lavoro in proprio e l'assistenza per le persone con disabilità.

8. Assistenza economica e previdenza sociale

Gli stati sono tenuti a mettere a disposizione delle persone disabili la previdenza sociale e l'assistenza economica.

  1. Gli stati dovrebbero garantire la messa a disposizione di un'adeguata assistenza economica per le persone con disabilità, che a causa della disabilità o di fattori legati alla disabilità, abbiano temporaneamente perso il loro stipendio o subito una riduzione di questo o si siano visti negate delle opportunità di occupazione. Gli stati dovrebbero garantire che la messa a disposizione di questa assistenza tenga conto delle spese cui molto spesso vanno incontro le persone con disabilità e le loro famiglie a seguito della disabilità.
  2. Nei paesi dove già esistono o si stanno sviluppando la previdenza sociale, l'assicurazione sociale o altri sistemi di assistenza sociale per gli strati comuni della popolazione gli stati dovrebbero garantire che tali sistemi non escludano o discriminino le persone con disabilità.
  3. Gli stati dovrebbero anche garantire la messa a disposizione di aiuti economici e della previdenza sociale per gli individui che sono impegnati nell'assistenza di una persona con disabilità.
  4. I sistemi di previdenza sociale comprendono degli incentivi per far recuperare alle persone con disabilità la capacità di lavorare e guadagnarsi lo stipendio. Questi sistemi dovrebbero garantire o contribuire ad organizzare lo sviluppo e il finanziamento di corsi di formazione professionali. Dovrebbero anche fornire un'assistenza attraverso uffici di collocamento.
  5. I programmi di previdenza sociale dovrebbero anche fornire alle persone con disabilità degli incentivi per cercare impiego così da fornire o fare loro recuperare la capacità di lavorare e guadagnare.
  6. L'assistenza economica dovrebbe essere mantenuta tanto a lungo quanto le condizioni che causano la disabilità restino tali da scoraggiare le persone con disabilità dal cercare impiego. Dovrebbe essere ridotta o tolta solo quando le persone con disabilità abbiano raggiunto una fonte di guadagno adeguata e sicura.
  7. Gli stati, nei paesi in cui la previdenza sociale è per la maggior parte fornita dal settore privato dovrebbero incoraggiare le comunità del luogo, le organizzazioni assistenziali e le famiglie a sviluppare delle misure per autosostenersi e degli incentivi per trovare impiego o attività connesse all'impiego per le persone con disabilità.

9. Vita familiare e integrità della persona

Gli stati dovrebbero promuovere la piena partecipazione delle persone con disabilità nella vita familiare. Dovrebbero promuovere il loro diritto all'integrità della propria persona, e garantire che le leggi non facciano discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità per quel che riguarda le relazioni sessuali, il matrimonio, la paternità e la maternità.

  1. Le persone con disabilità dovrebbero essere messe in grado di vivere con le loro famiglie. Gli stati dovrebbero incoraggiare l'inclusione nei servizi di consulenza familiare di appropriati moduli riguardo la disabilità e suoi effetti sulla vita familiare. Il servizio di assistenza e di accompagnamento dovrebbero essere sempre disponibili per le famiglie con persone con disabilità. Gli stati dovrebbero rimuovere gli ostacoli alle persone che vogliono prendere sotto la propria tutela o adottare un bambino o un adulto con disabilità.
  2. Le persone con disabilità non dovrebbero essere private della possibilità di vivere la propria sessualità, avere rapporti sessuali sperimentare la paternità o la maternità. Tenendo conto del fatto che le persone con disabilità potrebbero avere delle difficoltà nello sposarsi e nel mettere su famiglia, gli stati dovrebbero incoraggiare la messa a disposizione dei un servizio di consulenza adeguato. Le persone con disabilità devono avere le stesse possibilità di accesso degli altri ai metodi della pianificazione familiare, ed anche a delle informazioni in forma accessibile sul funzionamento sessuale dei loro corpi.
  3. Gli stati dovrebbero promuovere delle misure per cambiare gli atteggiamenti negativi verso il matrimonio, la sessualità, la maternità e la paternità delle persone con disabilità, specialmente nei confronti delle ragazze e delle donne con disabilità, che ancora sono prevalenti nelle società. I mass media dovrebbero essere incoraggiati a svolgere un ruolo importante nel rimuovere atteggiamenti così negativi.
  4. Le persone con disabilità e le loro famiglie hanno bisogno di essere pienamente informate riguardo al fatto di prendere delle precauzioni contro gli abusi sessuali e di altra natura. Le persone con disabilità sono particolarmente vulnerabili agli abusi in famiglia, nella comunità, o nelle istituzioni e hanno bisogno di essere educati ad evitare di subire abusi, saper riconoscere quando ne hanno subito uno e denunciare l'accaduto.

10. Cultura

Gli Stati faranno in modo che i disabili siano integrati nelle attività culturali e possano parteciparvi in condizioni di uguaglianza.

  1. Gli Stati dovranno fare in modo che i disabili abbiano la possibilità di valorizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo nel loro proprio interesse, ma anche in quello della collettività, sia in un ambiente urbano che in un ambiente rurale. Sono prese in considerazione attività come la danza, la musica, la letteratura, il teatro, le arti plastiche, la pittura e la scultura. Conviene, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, porre l'accento su forme d'arte tradizionali e contemporanee come le marionette, la recitazione e l'arte di narrare.
  2. Gli Stati dovrebbero vigilare affinché i disabili abbiano accesso ai luoghi di attività culturale quali teatri, musei, cinema e biblioteche.
  3. Gli Stati dovrebbero adottare disposizioni speciali per rendere la letteratura, il cinema e il teatro accessibili ai disabili.

11. Tempo libero e sport

Gli Stati adottano le misure dei caso affinché i disabili si vedano offrire possibilità uguali in materia di tempo libero e sport.

  1. Gli Stati dovrebbero adottare misure per rendere accessibili ai disabili i luoghi di svago e di sport, alberghi, spiagge, stadi, palestre, etc. Occorrerebbe che un aiuto a questo titolo sia fornito alle persone che si occupano degli svaghi e degli sport, particolarmente attraverso progetti miranti ad assicurare l'accessibilità e programmi che favoriscano la partecipazione, I'informazione e la formazione.
  2. Le agenzie di turismo e di viaggio, gli alberghi, le organizzazioni di volontari e altri servizi incaricati di organizzare attività di svago o di viaggio dovrebbero offrire i loro servizi a tutti, tenendo conto dei bisogni particolari dei disabili. Una formazione appropriata dovrebbe essere assicurata a questo scopo.
  3. Bisognerebbe spingere le organizzazioni sportive a moltiplicare le possibilità di partecipazione dei disabili alle attività sportive. In alcuni casi, potrebbero bastare misure che rendano accessibili queste attività. In altri, bisognerebbe adottare disposizioni particolari o organizzare manifestazioni sportive speciali. Gli Stati dovrebbero appoggiare la partecipazione dei disabili alle manifestazioni nazionali ed internazionali.
  4. I disabili che prendono parte alle attività sportive dovrebbero avere accesso ad un'istruzione e ad una formazione della stessa qualità di quella che ricevono gli altri partecipanti.
  5. Gli organizzatori di attività sportive e ricreative dovrebbero consultare le organizzazioni di disabili quando mettono a punto servizi per i disabili.

12. Religione

Gli stati incoraggeranno delle misure per un'eguale partecipazione delle persone con disabilità alla vita religiosa delle loro comunità.

  1. Gli stati dovrebbero incoraggiare la distribuzione di informazioni sulle problematiche riguardanti la disabilità presso le istituzioni e le organizzazioni religiose. Gli stati dovrebbero incoraggiare le autorità religiose ad includere nella formazione alle professioni religiose una preparazione sulle politiche riguardanti la disabilità.
  2. Gli Stati devono promuovere l'adozione di metodi per la partecipazione delle persone con disabilità nella vita religiosa dei cittadini della propria comunità su un piano di eguaglianza.
  3. Essi dovrebbero anche incoraggiare l'accessibilità alla letteratura religiosa alle persone che hanno dei danni sensoriali.
  4. Gli stati e/o le organizzazioni religiose dovrebbero consultarsi con le organizzazioni di persone con disabilità quando stanno ideando delle misure per consentire un'eguale partecipazione alle attività religiose.

III. MISURE DI ATTUAZIONE

13. Informazione e ricerca

Gli stati si assumono la responsabilità finale per la raccolta e la diffusione delle informazioni riguardanti le condizioni di vita delle persone con disabilità e per promuovere una ricerca complessiva sull'argomento, inclusi gli ostacoli che influenzano la vita delle persone con disabilità.

  1. Gli stati dovrebbero raccogliere, ad intervalli regolari, delle statistiche riguardanti le problematiche sessuali ed altre informazioni riguardanti le condizioni di vita delle persone con disabilità. Tale raccolta di dati potrebbe essere effettuata in concomitanza con i censimenti nazionali e i sondaggi sulle famiglie, e potrebbero essere intraprese in stretta collaborazione, inter alia, con le università, gli istituti di ricerca e le organizzazioni di persone con disabilità. La raccolta dei dati dovrebbe includere delle domande sui programmi e i servizi e il loro utilizzo.
  2. Gli stati dovrebbero considerare l'opportunità di creare una banca dati sulla disabilità, che potrebbe includere statistiche sui servizi e i programmi disponibili così come sui diversi gruppi di persone con disabilità. Essi dovrebbero tenere in considerazione la necessità di proteggere la privacy individuale e integrità personale. 
  3. Gli stati dovrebbero iniziare a sostenere dei programmi di ricerca sulle problematiche sociali, economiche e di partecipazione che influenzano la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
  4. Gli stati dovrebbero sviluppare ed adottare una terminologia e dei criteri per la conduzione dei servizi nazionali, in collaborazione con le organizzazioni di persone con disabilità.
  5. Gli stati dovrebbero facilitare la partecipazione delle persone con disabilità alla raccolta dei dati e ai programmi di ricerca. Per intraprendere tali programmi gli stati dovrebbero incoraggiare specialmente la utilizzazione di persone qualificate tra le persone con disabilità.
  6. Gli stati dovrebbero incoraggiare lo scambio dei risultati e delle esperienze di ricerca. 
  7. Gli stati dovrebbero prendere delle misure per distribuire informazioni e conoscenze riguardanti la disabilità a tutti i livelli delle istituzioni politiche ed economiche, in ambito nazionale, regionale e locale.

14. Politica decisionale e pianificazione

Gli stati assicureranno che le problematiche attinenti la disabilità siano inserite in tutte le decisioni rilevanti e i programmi a livello nazionale.

  1. Gli stati dovrebbero iniziare e pianificare delle strategie adeguate per le persone con disabilità, a livello nazionale, e stimolare e aiutare le azioni a livello regionale e locale.
  2. Gli stati dovrebbero coinvolgere le organizzazioni di persone con disabilità in tutte le decisioni relative a strategie e programmi riguardanti le persone con disabilità o che influenzino il loro status economico e sociale.
  3. I bisogni e le questioni riguardanti le persone con disabilità dovrebbero essere incorporati all'interno di piani generali di sviluppo e non andrebbero trattati separatamente.
  4. Il fatto che agli stati spetta la responsabilità finale delle condizioni di vita delle persone con disabilità non sottrae gli altri alle loro responsabilità. Chiunque gestisca servizi, attività, o la distribuzione di informazioni nella società, dovrebbe essere incoraggiato a farsi carico di rendere questi programmi accessibili alle persone con disabilità.
  5. Gli stati dovrebbero facilitare lo sviluppo da parte delle comunità locali di programmi e misure di aiuto per le persone con disabilità. Un mezzo per fare ciò potrebbe essere quello di creare dei manuali o liste di controllo e fornire dei corsi di formazione per lo staff locale.

15. Legislazione

Gli stati hanno la responsabilità di creare le basi legali per stabilire le misure per raggiungere l'obiettivo della piena partecipazione ed eguaglianza per le persone con disabilità.

  1. La legislazione nazionale, rappresentando i diritti e i doveri dei cittadini dovrebbe includere i diritti e i doveri delle persone con disabilità. Gli stati hanno l'obbligo di mettere le persone con disabilità in grado di esercitare i loro diritti, inclusi i loro diritti umani, civili e politici, su basi eguali a quelle degli altri cittadini. Gli stati dovrebbero assicurare che le organizzazioni di persone con disabilità siano coinvolte nello sviluppo della legislazione nazionale riguardante i diritti delle persone con disabilità, così come nella valutazione costante di quella legislazione.
  2. Un'azione legislativa potrebbe essere necessaria per rimuovere delle condizioni che possano influenzare negativamente le vite delle persone con disabilità, inclusi le provocazioni e le molestie. Qualunque provvedimento discriminatorio contro persone con disabilità deve essere eliminato. La legislazione nazionale dovrebbe provvedere a sanzioni appropriate nel caso di violazione dei principi della non-discriminazione.
  3. La legislazione nazionale riguardante le persone con disabilità può apparire in due forme differenti. I diritti e i doveri possono essere incorporati nella legislazione generale o contenuti in una legislazione speciale. La legislazione speciale per le persone con disabilità può essere stabilita in diversi modi:
    • promulgando una legislazione separata, che tratti esclusivamente di questioni riguardanti la disabilità;
    • includendo le questioni riguardanti la disabilità all'interno della legislazione su argomenti particolari;
    • menzionando specificamente le persone con disabilità nei testi che servono a interpretare la legislazione esistente.
  4. Potrebbe essere desiderabile una combinazione di questi differenti approcci. Potrebbero anche essere prese in considerazione delle misure di azione affermativa.
  5. Gli stati potrebbero prendere in considerazione dei meccanismi formali di protesta, statutari, per proteggere gli interessi delle persone con disabilità.

16. Politiche economiche

Gli stati hanno la responsabilità finanziaria sui programmi e le misure di intervento nazionali rivolte a creare le pari opportunità per le persone con disabilità.

  1. Gli stati dovrebbero includere le questioni riguardanti la disabilità nel budget abituale di tutte le istituzioni nazionali, regionali e locali.
  2. Gli stati, le organizzazioni non governative e altri gruppi interessati dovrebbero interagire per determinare i metodi pi- efficaci per sostenere progetti e misure di intervento relative alle persone con disabilità.
  3. Gli stati dovrebbero prendere in considerazione l'uso di mezzi economici (prestiti, esenzione dalle tasse, borse di studio apposite, fondi speciali, e così via) per stimolare e sostenere una eguale partecipazione delle persone con disabilità alla vita nella società.
  4. In molti stati potrebbe essere consigliabile creare un fondo per lo sviluppo delle problematiche connesse alla disabilità, che potrebbe dare supporto a vari progetti-pilota e programmi per l'autosufficienza a livello iniziale.


17. Coordinamento del lavoro

Gli stati sono responsabili per la creazione e il rafforzamento di comitati di coordinamento, o organismi simili, che servano come punto di riferimento nazionale sulle questioni attinenti la disabilità.

  1. Il comitato di coordinamento nazionale o organismi simili dovrebbero essere permanenti e fondati su una regolamentazione legale e amministrativa appropriate.
  2. Una combinazione di rappresentanti delle organizzazioni private e pubbliche è più facile che ottenga un'organizzazione del lavoro intersettoriale e multidisciplinare. I rappresentanti potrebbero essere scelti dai ministeri interessati, le organizzazioni di persone con disabilità e le organizzazioni non governative.
  3. Le organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero avere notevole influenza nel comitato di coordinamento nazionale per garantire una risposta adeguata ai propri interessi.
  4. Il comitato di coordinamento nazionale dovrebbe avere autonomia e risorse sufficienti per adempiere alle sue responsabilità in relazione alle sue capacità decisionali. Dovrebbe rendere conto del suo operato agli organi più alti dei governi.

18. Le organizzazioni di persone con disabilità

Gli stati dovrebbero riconoscere alle organizzazioni di persone con disabilità il diritto di rappresentare le persone con disabilità a livello nazionale, regionale e locale.

Gli stati dovrebbero anche riconoscere alle organizzazioni di persone con disabilità la loro funzione consultiva per le decisioni su questioni riguardanti la disabilità.

  1. Gli stati dovrebbero incoraggiare e sostenere economicamente ed in altre maniere il formarsi e il rafforzarsi di organizzazioni di persone con disabilità, dei membri delle famiglie e/o degli avvocati. Gli stati dovrebbero riconoscere che queste organizzazioni hanno un ruolo da svolgere nello sviluppo della strategia riguardante la disabilità.
  2. Gli stati dovrebbero stabilire una comunicazione continuativa con le organizzazioni di persone con disabilità ed assicurare la loro partecipazione nello sviluppo delle politiche di intervento del governo.
  3. Il ruolo delle organizzazioni delle persone con disabilità potrebbe essere quello di identificare i bisogni e le priorità, di partecipare alla pianificazione, alla attuazione e alla valutazione dei servizi e delle misure riguardanti la vita delle persone con disabilità, e di contribuire alla sensibilizzazione pubblica e ad impegnarsi per il cambiamento.
  4. In quanto strumenti per l'autosufficienza, le organizzazioni di persone con disabilità creano e promuovono opportunità per lo sviluppo di abilità in vari campi, il reciproco aiuto tra i membri e lo scambio di informazioni.
  5. Le organizzazioni di persone con disabilità possono svolgere la loro funzione consultiva in molti modi diversi come ad esempio avendo una rappresentanza permanente nelle associazioni finanziate dal governo, lavorando su commissione pubblica e contribuendo con la loro preparazione a vari progetti.
  6. La funzione consultiva delle organizzazioni di persone con disabilità dovrebbe essere permanente per consentire di sviluppare ed approfondire lo scambio di vedute e di informazioni tra lo stato e le organizzazioni.
  7. Le organizzazioni dovrebbero essere permanentemente rappresentate nel comitato di coordinamento nazionale o organismi simili.
  8. Il ruolo svolto dalle organizzazioni locali di persone con disabilità dovrebbe essere ampliato e rafforzato per garantire la loro influenza sulle questioni trattate a livello locale.

19. Formazione del personale

Gli stati sono responsabili perché venga fornita una preparazione adeguata al personale coinvolto a tutti i livelli nella pianificazione e nella messa a disposizione di programmi e servizi riguardanti le persone con disabilità.

  1. Gli stati dovrebbero garantire che tutte le autorità che forniscono servizi nel settore della disabilità provvedano ad un'adeguata formazione del loro personale.
  2. Nella formazione dei professionisti nel settore della disabilità così come nella messa a disposizione di informazioni sulla disabilità nei comuni programmi di formazione, dovrebbe essere messo in luce in maniera appropriata il principio della piena partecipazione ed eguaglianza.
  3. Gli stati dovrebbero sviluppare i programmi di formazione consultandosi con le organizzazioni delle persone con disabilità, e le persone con disabilità dovrebbero partecipare come insegnanti, istruttori o consulenti nei programmi di formazione del personale.
  4. La formazione dei lavoratori dei quartieri è di grande importanza strategica, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Essa dovrebbe coinvolgere le persone con disabilità e comprendere lo sviluppo di valori, competenze e tecnologie appropriate, così come di abilità che possano essere messe in pratica delle persone con disabilità, i loro genitori, le famiglie e i membri della comunità di quartiere.

20. Attività di controllo nazionale e di valutazione dei programmi sulla disabilità nella fase di attuazione delle Norme

Gli stati sono responsabili del controllo continuo e della valutazione della fase di attuazione dei programmi e dei servizi nazionali riguardanti la realizzazione delle pari opportunità per le persone con disabilità.

  1.  Gli stati dovrebbero periodicamente e sistematicamente valutare i programmi nazionali sulla disabilità e diffondere sia i fondamenti che i risultati delle valutazioni.
  2. Gli stati dovrebbero sviluppare ed adottare una terminologia e dei criteri per la valutazione dei programmi e dei servizi relativi alla disabilità.
  3. Tali criteri e terminologia dovrebbero essere sviluppati in stretta collaborazione con le organizzazioni di persone con disabilità sin dai primi assi dell'ideazione e della programmazione.
  4. Gli stati dovrebbero partecipare ad un'azione di cooperazione internazionale al fine di sviluppare degli standard comuni per la valutazione a livello nazionale delle questioni riguardanti la disabilità. Gli stati dovrebbero incoraggiare a partecipare in una tale cooperazione anche i comitati di coordinamento nazionale.
  5. La valutazione dei vari programmi nel campo della disabilità dovrebbe essere organizzata fin dal momento della ideazione degli stessi, così che possa essere valutata la loro efficacia nel realizzare gli obiettivi che tali programmi volevano realizzare.

21. Norme per la cooperazione economica

Gli stati, sia industrializzati che in via di sviluppo, hanno la responsabilità di cooperare insieme e prendere dei provvedimenti per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità nei paesi in via di sviluppo.

  1. I provvedimenti per ottenere le pari opportunità per le persone con disabilità, inclusi i rifugiati con disabilità, dovrebbero essere compresi all'interno di piani generali di sviluppo.
  2. Tali provvedimenti dovrebbero essere integrati con ogni forma di cooperazione tecnica ed economica, bilaterale e multilaterale, governativa e non governativa. Gli stati dovrebbero discutere le tematiche relative alla disabilità con le loro controparti in tale opera di cooperazione.
  3. Pianificando e revisionando programmi di cooperazione tecnica ed economica, dovrebbe essere data una speciale attenzione agli effetti di tali programmi sulla situazione delle persone con disabilità. E' della massima importanza che le persone con disabilità e le loro organizzazioni vengano consultate riguardo ogni progetto di sviluppo ideato per le persone con disabilità. Esse dovrebbero essere coinvolte in maniera diretta nello sviluppo, l'attuazione e la valutazione di tali progetti.
  4. Le aree prioritarie per la cooperazione tecnica ed economica dovrebbero comprendere:
    • lo sviluppo delle risorse umane attraverso lo sviluppo di capacità, abilità e potenzialità delle persone con disabilità e il lancio di attività finalizzate alla creazione di occupazione per persone con disabilità;
    • lo sviluppo e la diffusione di tecnologie e competenze appropriate relative alla disabilità;
  5. Gli stati sono anche incoraggiati a sostenere la formazione e il rafforzamento delle organizzazioni di persone con disabilità.
  6. Gli stati dovrebbero prendere delle misure per migliorare la conoscenza delle problematiche relative alla disabilità da parte dello staff coinvolto a tutti i livelli nell'amministrazione dei programmi di cooperazione tecnici ed economici.

22. Cooperazione internazionale

Gli stati parteciperanno attivamente alla cooperazione internazionale riguardante le politiche per il raggiungimento delle pari opportunità per le persone con disabilità.

  1. 1. All'interno delle Nazioni Unite, le organizzazioni specializzate e altre organizzazioni intergovernative interessate e gli stati dovrebbero partecipare allo sviluppo delle strategie riguardanti la disabilità.
  2. 2. Quando appropriato, gli stati dovrebbero introdurre gli aspetti relativi alla disabilità nelle discussioni di carattere generale riguardanti gli standards, lo scambio di informazioni, programmi di sviluppo, etc.
  3. 3. Gli stati dovrebbero incoraggiare e sostenere lo scambio di conoscenze e informazioni tra:
    • le organizzazioni non governative che si interessano delle problematiche della disabilità;
    • gli istituti di ricerca e i singoli ricercatori interessati alle problematiche della disabilità;
    • i rappresentanti di programmi specifici e di gruppi di professionisti del settore della disabilità;
    • le organizzazioni di persone con disabilità;
    • i comitati nazionali di coordinamento.
  4. 4. Gli stati dovrebbero garantire che le Nazioni Unite e le organizzazioni specializzate, così come tutti i gruppi intergovernativi e interparlamentari, a livello globale e regionale, facciano partecipare al proprio lavoro le organizzazioni globali e regionali di persone con disabilità.
  5. MECCANISMO DI CONTROLLO
  1. Lo scopo del meccanismo di controllo è di favorire l'effettiva attuazione delle Norme. Esso aiuterà ogni stato a misurare il proprio livello di attuazione delle Norme e a valutare i propri progressi. L'opera di controllo dovrebbe identificare gli ostacoli e suggerire delle misure adatte che contribuiscano ad attuare con successo le Norme. Il meccanismo di controllo individuerà le caratteristiche economiche, sociali e culturali esistenti in ogni stato. Un elemento importante dovrebbe anche essere la messa a disposizione di servizi di consulenza e lo scambio di esperienze e informazioni tra gli stati.
  2. Le Norme dovrebbero essere controllate all'interno della rete delle sessioni della Commissione per lo Sviluppo Sociale. Dovrebbe essere eletto un Relatore Speciale con una rilevante ed estesa esperienza nelle questioni della disabilità e nelle organizzazioni internazionali, stipendiato se necessario attraverso risorse extra-budget, che per tre anni vigili sull'attuazione delle Norme.
  3. Le organizzazioni internazionali di persone con disabilità possedendo un ruolo consultivo verso il Consiglio per gli affari Economici e Sociali e le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità che non abbiano ancora formato le loro proprie organizzazioni, dovrebbero essere invitate a creare un gruppo di esperti, la maggioranza dei quali dovranno essere persone con disabilità e di una distribuzione dei rappresentanti anche in base ad una ripartizione egualitaria delle aree geografiche. Tale gruppo dovrebbe essere consultato dal Relatore Speciale e quando opportuno dalla Segreteria.
  4. Il gruppo di esperti dovrebbe essere incoraggiato dal Relatore Speciale a revisionare, fornire consulenze e garantire il feedback e dei suggerimenti sulla promozione, l'attuazione e il controllo delle norme.
  5. Il Relatore Speciale dovrebbe spedire un questionario agli stati, agli enti giuridici all'interno del sistema delle Nazioni Unite, e alle organizzazioni intergovernative e non governative, incluse le organizzazioni di persone con disabilità. Il questionario dovrebbe riguardare i piani di attuazione delle Norme all'interno degli stati. Le domande dovrebbero essere selezionate e coprire un numero limitato di norme per ottenere così una valutazione approfondita, nel preparare le domande il Relatore Speciale dovrebbe consultarsi con il gruppo di esperti e la Segreteria.
  6. Il Relatore Speciale dovrebbe cercare di stabilire un dialogo diretto non solo con gli stati ma anche con le organizzazioni non governative locali, indagando il loro punto di vista e i loro pareri su ogni informazione che dovrà essere inclusa nella relazione. Il Relatore Speciale dovrebbe provvedere a dei servizi di consulenza sulla attuazione e il controllo delle Norme e di aiuto per la preparazione di nuovi questionari.
  7. Il Dipartimento per il Coordinamento Strategico e lo Sviluppo sostenibile della Segreteria, così come il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, punto di riferimento delle Nazioni Unite per le problematiche riguardanti la disabilità, così come le commissioni regionali e le organizzazioni specializzate e i meeting che si tengono tra le varie organizzazioni, dovrebbero cooperare con il Relatore Speciale per l'attuazione e il controllo delle Norme a livello nazionale.
  8. Il Relatore Speciale, assistito dalla Segreteria, dovrebbe preparare delle relazioni da sottoporre alla Commissione per lo Sviluppo Sociale alla sua trentaquattresima e trentacinquesima sessione. Nella preparazione di queste relazioni, il Relatore dovrebbe consultarsi con il gruppo di esperti.
  9. Gli stati dovrebbero incoraggiare i comitati di coordinamento nazionale e gruppi simili a partecipare nella fase di attuazione e di controllo. In quanto punti di riferimento per le questioni riguardanti la disabilità a livello nazionale, dovrebbero essere incoraggiati a stabilire delle procedure per coordinare il controllo sulle Norme. Le organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero essere incoraggiate a partecipare attivamente al controllo del processo a tutti i livelli.
  10. Le risorse extra-budget dovrebbero essere identificate, e dovrebbero essere nominati uno o più consiglieri regionali che si interessino delle Norme e provvedano a fornire dei servizi diretti agli stati, compresi:
    • l'organizzazione di seminari di formazione regionali sul contenuto delle Norme;
    • lo sviluppo di linee guida che aiutino all'attuazione di strategie per l'attuazione delle Norme;
    • la diffusione di informazioni sulle pratiche migliori per l'attuazione delle Norme.
  11. Alla sua trentaquattresima sessione, la Commissione per lo Sviluppo Sociale dovrebbe creare un gruppo di lavoro permanente per esaminare la relazione del Relatore Speciale e fornire delle raccomandazioni sul modo di migliorare l'applicazione delle Norme. Nell'esame della relazione del Relatore Speciale, la Commissione, attraverso il gruppo di lavoro permanente dovrebbe consultare le organizzazioni internazionali delle persone con disabilità e le organizzazioni specializzate, in accordo con le norme 71 e 76 delle norme di procedura delle commissioni funzionale del Consiglio per gli affari economici e sociali.
  12. Alla sessione che seguirà la fine del mandato del Relatore Speciale, la Commissione dovrebbe esaminare la possibilità o di rinnovare il mandato, nominando un nuovo Relatore Speciale o prendendo in considerazione un'altro meccanismo di controllo, e dovrebbe fare delle raccomandazioni appropriate al Consiglio per gli affari economici e sociali.
  13. Gli stati dovrebbero essere incoraggiati a contribuire al Fondo Volontario per la Disabilità delle Nazioni Unite per favorire l'attuazione delle Norme.