Il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche

Il PEBA è uno strumento pianificatorio previsto dalla L. 41 /1986 (art. 32, co. 21 e 22) e dalla L. 104/92 (art. 24 co. 9).

Riguarda gli edifici pubblici esistenti, e consente di programmare interventi di abbattimento delle barriere architettoniche individuando precise priorità di intervento, rappresentando in tal modo una fase preliminare della progettazione di lavori pubblici.

Integra il PEBA il Piano di Accessibilità Urbana (P.A.U.), la cui adozione, pur non essendo un strumento definito da un preciso atto normativo, consegue a riferimenti all'accessibilità urbana presenti nella legge quadro n. 104/92 (art. 24 comma 9) e nel Dpr 503/96 (art. 4), e ad una logica integrazione dei requisiti di accessibilità agli spazi urbani.

Il PEBA si configura come Piano di Settore ed ha la funzione di coordinare e programmare interventi che coinvolgano sia strutture che spazi di raccordo fra esse, consentendo la creazione di un sistema urbano accessibile nel suo complesso, e non solo nelle sue singole parti.
In accordo con i contenuti del Piano di Accessibilità Urbana (P.A.U.), il PEBA deve presentare alcuni obiettivi fondamentali: 

  1. il recupero funzionale di alcuni tracciati urbani a prevalente fruizione pedonale (percorsi urbani accessibili) disseminati di barriere fisiche consolidatesi nel tempo; 
  2. l'individuazione di modalità operative che consentano la corretta progettazione del piano orizzontale degli interventi futuri nell'intera città; 
  3. fornire le prescrizioni affinché gli edifici esistenti siano resi fruibili e quelli nuovi contemplino le esigenze di una utenza ampliata. 

 Il piano prevede le fasi di analisi e di progetto, così articolabili:

Analisi

  1. Individuazione delle strutture pubbliche e dei percorsi da rendere accessibili
  2. rilievo delle barriere architettoniche 

Nella prima fase si indaga la struttura urbana del Comune in esame, i suoi nuclei principali e relativi collegamenti mediante il servizi di trasporto pubblico, i percorsi a maggior uso pedonale, le aree verdi, le principali strutture di interesse collettivo.

Nella seconda fase, attraverso apposite schede di rilievo, si indaga su tutte le criticità dei succitati elementi strutturali, la cui sintesi viene riportata su planimetrie in scala max 1:200 o 1:5000.

Progetto

 Effettuato il rilievo si passa alla progettazione del Piano in cui si individuano:

  • Percorsi Pedonali Protetti, ovvero direttrici a prevalente sviluppo lineare;
  • Poli di Aggregazione Urbana, lungo le direttrici. Vi trovano spazio servizi ed attrezzature di interesse collettivo, dispositivi di servizio, elementi di arredo urbano per la sosta dei pedoni, parcheggi riservati, rastrelliere per biciclette, pannelli informativi;
  • Punti Nodali, spazi di fermata intermedi fra Poli urbani, ma con minori dotazioni;

Questi elementi, insieme agli edifici di interesse collettivo ed alle aree residenziali, sono riportati in elaborati di dettaglio (scale 1:1000 - 1:500) in cui, mediante opportune simbologie, vengono richiamate specifiche categorie di intervento, ovvero gruppi di soluzioni funzionali ripetibili in contesti diversi.

La definizione delle opere di adeguamento è corredata inoltre da:

  1. Preventivo sommario, da poter inserire in bilancio dell'Amministrazione. Un possibile esempio di alcune voci di costo per tali intervent è il seguente: schema costi;
  2. Programma degli interventi, stabilito in base alle alle disponibilità economiche del Comune e alle priorità individuate; 
  3. Norme tecniche di attuazione, in cui si specificano caratteristiche feormali e dimensionali delle soluzioni da adottare in ciascun ambito di intervento.  

 

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